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Banchieri condannati durante la crisi.

L’Islanda ha riconosciuto 9 banchieri colpevoli, condannandoli a decenni di carcere per reati legati alla crisi economica avvenuta nel 2008.

Una punizione esemplare

L’Islanda ha agito in modo diverso dal resto dell’Europa e degli Stati Uniti, consentendo che i banchieri fossero perseguiti come criminali piuttosto che trattarli come una specie protetta. La Corte Suprema islandese ha espresso un verdetto di colpevolezza per i 9 imputati. L’accusa è di manipolazione del mercato Kaupthing. La sentenza arriva dopo un lungo processo, che ha avuto inizio nel mese di aprile dello scorso anno.

Kaupthing è una banca leader del settore a livello internazionale con sede a Reykjavik, in Islanda. Essa crolla nel 2008 sotto il peso di enormi debiti, paralizzando l’economia della piccola nazione.

Chiedendo alla giustizia che i banchieri fossero soggetti alle stesse leggi come il resto dei cittadini, l’Islanda ha adottato una strategia del tutto diversa rispetto al resto del mondo. Infatti, in Europa o negli Stati Uniti, le banche ricevono solo multe simboliche, ma mai nessuna pena per i colpevoli.

Mentre i governi americani ed europei salvano le loro grandi banche coi soldi dei contribuenti, l’Islanda adotta un approccio perentorio.

Ha lasciato fallire le banche, eliminando e punendo i criminali che le hanno portate sul lastrico. Ha scelto, con questo gesto, di proteggere i risparmi dei cittadini.

Secondo l’Islanda Monitor, i 9 banchieri sono stati riconosciuti colpevoli di reati legati ad acquisti abusivi di azioni. La banca ha prestato denaro per l’acquisto delle proprie azioni come garanzia per i prestiti. Essi sono anche colpevoli di aver venduto, con l’inganno azioni truffa, ai loro clienti.

L’approccio islandese

Queste sono solo l’ultimo giro di condanne attuate dall’Islanda durante il crollo economico. Le autorità hanno condannato i padroni delle banche, amministratori delegati e funzionari governativi . I reati vanno dall’insider trading alla frode, riciclaggio di denaro e violazioni dei diritti da parte di funzionari.

Nel frattempo, l’economia islandese che nel 2008 era crollata, oggi è ripartita alla grande dopo aver lasciato fallire le sue banche; imponendo controlli sui capitali e proteggendo i propri cittadini, piuttosto che l’elite societaria delle banche responsabili di questo pasticcio.

Il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto che l’Islanda ha attuato la ripresa economica “senza compromettere il suo modello di welfare”. Soprattutto senza punire i propri cittadini per reati commessi dalle banche.

Dovremmo prendere esempio dall’Islanda

Tutti dovremmo prendere esempio dall’Islanda, che preferisce punire le banche piuttosto che danneggiare i cittadini del proprio paese. Purtroppo, in Italia la situazione è ben diversa. Questo è uno dei motivi che permette ai dipendenti delle banche italiane di attuare comportamenti arroganti verso i clienti.

Guarda anche il nostro articolo sulla minaccia delle banche italiane nel mondo.


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