Mps New Concept Advisory

Anche la Banca d’Italia fa parte del caso Mps

La Banca d’Italia era a conoscenza dei debiti che avrebbe contratto Mps dall’acquisizione di Antonveneta. Ma ha deciso di lasciar correre.

Bankitalia era a conoscenza della situazione di Antonveneta

Lo Stato diventa azionista di maggioranza nella banca, Padoan annuncia pulizia nei posti sbagliati, urge ricapitalizzazione. Un anziano avvocato attacca invece la Banca d’Italia. Un legale di un centinaio di piccoli e medi azionisti raggirati dalla Banca del Monte dei Paschi con azioni che hanno perso quasi il 90% del loro valore.

L’avvocato ha fatto denuncia penale contro Bankitalia e Consob alla Procura di Roma per falso in atto pubblico fidefaciente legato all’acquisto, nel 2007 della Banca Antonveneta che ufficialmente doveva essere comprata per 9 miliardi ma “Bankitalia e Consob sapevano che il costo reale sarebbe stato di 17 miliardi perché c’erano altri 7,9 miliardi che il Monte dovette saldare per il debito di Antonvenata con gli olandesi di Abn Amro.

Eppure, è stato dato il via libera all’operazione, arrivato da parte di Bankitalia con autorizzazione del 17/3/2008 firmata direttamente dall’allora governatore della Banca d’Italia Mario Draghi per soli 9 miliardi”, dice.

Le 2 Diligence

È stata autorizzata l’acquisizione di Antonveneta senza l’obbligatoria due diligence, cioè la perizia preventiva che i due enti controllori impongono sempre con direttiva di carattere generale nelle fusioni, specie se di tale colossale portata. Draghi, in pratica, mentiva sapendo di mentire. Emerge ora un rapporto del Nucleo Speciale della Guardia di Finanza. “la Banca d’Italia, anteriormente al rilascio dell’autorizzazione, era a conoscenza di notizie certe relative agli oltre 7 miliardi di euro gravanti sulla Banca”. Non solo. Emergono anche le fotocopie degli 8 bonifici per oltre 17 miliardi.

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Derivati e aumenti di capitale: la storia di MPS

Spuntano anche documenti attinenti agli interrogatori che i sostituti procuratori di allora fecero sia al direttore generale Maurizio Saccomanni sia alla responsabile della Vigilanza dell’istituto Anna Maria Tarantola. Saccomanni afferma: “Non ci fu segnalato che Bmps aveva acquisito Antonveneta senza fare una due diligence. Per prassi Banca d’Italia caldeggia sempre, in caso d’acquisizioni, la due diligence”.

Tarantola invece ammette: “il problema della liquidità era dovuto alla circostanza che vi erano linee di credito di Abn Amro per circa 7,5 miliardi e Mps avrebbe dovuto subentrare in tali linee”. Mps sapeva. Ora, con l’avvento del nuovo PG Vitelli la pratica sulle presunte responsabilità di Consob e Bankitalia sono state tutte archiviate.

Capitale in fumo

Bisogna tenere anche conto che, parallelamente, nel processo per la legge 231 sulla responsabilità delle banche, Mps ha patteggiato per 600 milioni. Le cause contro Mps sono un groviglio assai poco armonioso.

A Siena la tensione per il caos bancario è forte. “I dati, per Mps, son implacabili: 15 miliardi di aumento di capitale in fumo, usati per risolvere problemi di indebitamento interno, il capitale della banca che non c’è più e 50 miliardi di sofferenze”. Queste le parole di Pierluigi Piccini, ex sindaco di Siena.

Sottolinea Piccini: “Tutto parte da quello sciagurato acquisto dal Banco Santander di Botin con un pagamento di 9 miliardi che erano già 3 in più rispetto a quanto sborsato dagli spagnoli per acquistarla da Bln Abn-Amro”.

Un danno insanabile

Molte persone sono concordi che il vero danno “insanabile” riguarda l’acquisizione di Antonveneta. “I mali della banca sono antichi, la rete in sé funziona ma la direzione generale è idrocefala. È un sistema di ombre cinesi che si riflette sulla politica e sulla banca”. Il commento è di Luca Fiorito, senese di pregio, ma pendolare dalla sua cattedra di storia economica all’università di Palermo.

Più che un commento è un sibilo di rassegnazione. “Qui vigeva un sistema circolare di potere che è andato in tilt quando la trasformazione in spa ha eliminato il filtro degli istituti di diritto pubblici e consegnato la banca completamente agli enti locali. Che perpetuano il potere. Mps, per dire, ha bruciato miliardi, ha un problema sulla qualità del credito. Se tu hai bisogno di svalutare ogni anno i crediti deteriorati hai un problema sulla qualità del credito”.

Un istituto dal passato sempre più complesso

Questa vicenda dimostra come la storia di Mps sia sempre più travagliata. Una storia in cui sono in gioco gli interessi di tantissime persone. E le cui vittime sono, purtroppo, i correntisti della banca, che hanno subito nel tempo ingenti perdite economiche.

Ricordiamo che sono stati resi disponibili anche i nomi dei debitori della banca Mps.


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